“Perché quando avremo finito questo pianeta non ce ne daranno un altro e solo ognuno di noi può iniziare a preservarlo attraverso piccoli gesti quotidiani di consapevolezza.”
Marco Rusconi (Introduzione da: “L’equilibrio della Terra”)
Non c’è dubbio, i ricercatori e gli scienziati ammoniscono, già da molti anni, che la Terra si sta avviando rapidamente verso la sua distruzione, se gli esseri umani non coordineranno azioni propositive sostenibili ed efficaci per la sua salvaguardia.
I moniti, spesso perentori, che nel tempo gli studiosi hanno dato, non sono stati recepiti nella loro reale gravità, anche a causa della mancata eco di cui godono adesso tutte le notizie.
Si deve a Greta Thunberg, giovane attivista svedese, con le sue azioni e la loro puntuale diffusione attraverso il tam tam mediatico dei social di proporzioni oceaniche che ne hanno amplificato l’importanza, se è riuscita a riportare alla ribalta le criticità che assillano il pianeta, ponendo con determinazione il focus sul cambiamento climatico.
La risposta emotiva ai suoi appelli è stata forte e unanime, folle di studenti e ambientalisti si sono mobilitate in ogni angolo del pianeta a scioperare e a protestare, seguendo il suo esempio e i suoi inviti a mettere in atto questa “protesta” corale e non violenta. Ma non basta.
Il livello emozionale rappresenta solamente il primo step di un processo molto lungo e articolato, che va risolto con proposte e progetti che vanno affrontati concretamente.
Fare i conti della serva o della spesa è sicuramente meno entusiasmante e liberatorio che sfogare la propria indignazione contro i “grandi della Terra” presenti e passati, rei di portarci all’estinzione, ma il nodo da sciogliere, molto complicato, è proprio questo.
Le questioni da affrontare sono, infatti, tante e di diversa natura, molto onerose finanziariamente e non è possibile una loro soluzione immediata.
Alla base di tutte le politiche ambientali che si possono e si vogliono intraprendere, ci deve essere un coordinamento, costituito da economisti, governanti, scienziati, agronomi per citarne alcuni, perché è impensabile la presenza di un demiurgo che induca tutti e in una sola volta ad assumere comportamenti virtuosi, che comporterebbero anche sacrifici piuttosto pesanti per il bene del pianeta.
La via maestra da percorrere è la promozione della cultura della sostenibilità.
Le azioni di pochi individui coscienziosi sono sicuramente lodevoli, ma non risolvono il problema. Se decido di andare in bicicletta, ma gli altri continuano a usare l’automobile, io sarò tranquillo con la mia coscienza, ma non avrò risolto nulla. Deve diminuire la domanda di consumi a impatto ambientale negativo, in modo da indurre i produttori a modificare l’offerta.
La questione con i risvolti più tragici, infine, di maggior complessità e di soluzione a più lungo termine, è l’incremento demografico nei paesi in via di sviluppo, dove la popolazione in continuo aumento, per raggiungere uno standard di vita migliore, è costretta a operare scelte a discapito dell’ambiente. L’intervento degli enti e delle istituzioni sovranazionali con programmi di cooperazione per finanziare e potenziare il progresso e la crescita con tecnologie adeguate, riducendo sensibilmente l’impatto ambientale, senza richiesta di gravosi sacrifici, potrebbe rappresentare una soluzione.
Le soluzioni proposte non possono certo avere un riscontro immediato, perché prevedono tempi lunghi per conseguire risultati soddisfacenti ma, certamente, la promozione della cultura della sostenibilità e la sua diffusione, è il percorso che può essere intrapreso subito, per raccogliere e trasformare le proteste e gli scioperi di piazza in azioni concrete.
Le risorse della terra non sono infinite e si impone la necessità di salvare specie e habitat oggi, per le generazioni future.
Dobbiamo salvare la Terra e partiamo dunque dalla terra, dal suolo, dall’agricoltura, l’agricoltura sostenibile che è alla base dell’equilibrio della Terra.
“Rudolf Steiner, Masanobu Fukuoka, Bill Mollison, Alfonso Draghetti e Miguel A. Altieri sono i capisaldi di questa “rivoluzione” legata, appunto, a un “filo di paglia” (da: “L’equilibrio della Terra” cit.).
continua…
Foto di: Arian Zwegers su Foter.com / CC BY