Un mantra da gridare, ripetere sempre e dappertutto: “Salviamo l’equilibrio della Terra” o ci estingueremo tutti e il pianeta sparirà!
Il degrado della Terra
Il suolo è una risorsa preziosa e non possiamo assistere impotenti al suo costante depauperamento, dovuto a un modello agricolo dominante, estrattivo di sfruttamento a danno della biodiversità e del benessere del terreno.
L’agricoltura praticata attualmente, ad alto impatto ambientale, tende a distruggere tutto ciò che contrasta la produttività attraverso l’utilizzo di molecole chimiche e, contemporaneamente, per ottenere la massima produzione possibile con la genetica, la fertilizzazione chimica e farmacologica.
A leggere l’“Atlante dei pesticidi” e il Dossier “Stop pesticidi nel piatto” entrambi editi nel 2023, la prima reazione è quella di mettersi le mani nei capelli.
Due crisi veramente drammatiche, che sono ancora ben lontane dall’essere risolte, attanagliano questo nostro secolo, anche se le cause sono note da tempo: i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Già nel 1962 Rachel Carson aveva pubblicato il suo importante libro “Primavera silenziosa”, nel quale spiegava chiaramente all’opinione pubblica quale era l’impatto dei pesticidi sulla biodiversità e metteva in guardia su quanto potessero essere nocivi per la salute. A lei si deve la messa al bando, dopo molte lotte ambientaliste, del micidiale e mortifero DDT.
“Tutte chiacchiere e pesticidi”
Oggi, 2024 la situazione non è granché migliorata, il DDT, però, non è l’unica “pestilenza” che doveva essere messa assolutamente al bando, esistono diverse altre sostanze nocive, che in misura diversa si ritrovano dappertutto, per chiunque le volesse cercare, che vanno combattute o comunque ridotte in larga misura.
La FAO, dopo un attento esame, dati alla mano, ha comunicato che il numero di sostanze fitosanitarie che vengono utilizzate e commercializzate, nel mondo, sono in costante crescita, escluse Europa e Stati Uniti, che danno qualche segno di rallentamento. Ma non è sufficiente. Questi elementi tossici si possono trovare nell’acqua, come nella frutta, nelle penne degli uccelli, nei nostri capelli e persino nel nostro sangue.
L’agricoltura è necessaria per la nostra sopravvivenza, ma praticata a livello industriale è nociva e provoca inquinamento, degrado dei suoli, produce emissioni di gas inquinanti e come grave conseguenza ultima, perdita di biodiversità.
È imprescindibile invertire la tendenza e creare i presupposti perché una coscienza collettiva forte e determinata lanci un segnale d’allarme chiaro e preciso e “obblighi” i governi europei e l’Europa tutta a prendere decisioni inequivocabili e le ponga in atto, senza temere gli attacchi da parte delle lobby dell’agro-chimica, che insieme ad alcuni governi e personaggi politici di dubbia fama osteggiano le iniziative che i cittadini europei hanno messo in atto per la riduzione dell’uso dei pesticidi, vanificando strategie, tempi di attuazione e che in alcuni casi, addirittura hanno richiesto l’abolizione del regolamento.
I pesticidi e il loro uso in agricoltura
L’Unione Europea ha imposto criteri molto rigorosi per l’autorizzazione all’uso dei pesticidi, ma non ha tenuto conto dell’azione combinata dei medesimi, dannosa per l’ecosistema.
Per raggiugere l’obiettivo internazionale di salvaguardia del territorio e di conservazione della biodiversità l’uso dei pesticidi deve essere ridotto drasticamente.
Erbicidi e insetticidi sono “generosamente” utilizzati e sono altamente tossici per tutti gli organismi con i quali potranno venire in contatto, anche a basso dosaggio. Si sono contati 385 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi all’anno, specie nelle zone rurali del Sud del mondo.
Molte aziende europee sono coinvolte in un nefasto commercio di queste sostanze prodotte in Europa, proibite per la loro dannosità, ma che vengono esportate in altri Paesi. Quattro società, in particolare, che risiedono nel Nord del mondo, detengono e controllano il 70% del mercato mondiale dei pesticidi, ampliando le loro attività nel Sud del pianeta, perché questi prodotti sono sottoposti a minori controlli e/o a rigidi regolamenti.
Dispersione nell’ambiente
Purtroppo, i principi attivi di queste sostanze non rimangono in loco, nei campi in cui sono state impiegate. Infiltrandosi nel suolo, contaminano l’acqua oppure vengono disperse dal vento con l’effetto aerosol, che le trasporta anche a migliaia di chilometri lontano dal luogo dove è avvenuta l’irrorazione. Questo processo, nella sua globalità, infiltrazione, accumulo e dispersione, nuoce gravemente alla biodiversità, agendo in alcuni casi per decenni.
Non solo, i residui dei pesticidi usati in agricoltura restano negli alimenti e hanno degli effetti dannosi sulla salute delle persone e, nonostante i tentativi di raggiungere una soluzione univoca per quanto riguarda i livelli mondiali di tossicità da non oltrepassare, ogni Paese decide per sé con variazioni considerevoli che mutano da un paese all’altro.
Misure di contrasto all’uso dei pesticidi
Per contrastare e ridurre l’uso degli insetticidi esistono mezzi alternativi, per esempio creare ambienti idonei per accogliere gli insetti benefici antagonisti naturali dei parassiti.
L’Unione Europea non è ancora riuscita nell’intento di ridurre significativamente l’uso dei pesticidi in agricoltura, ma con l’avvento dell’attuale millennio, ha elaborato nuovi e importanti obiettivi per la PAC a sostegno del “Green Deal” europeo e di “Farm to Fork”, quest’ultimo fondamentale per garantire prodotti agroalimentari buoni, sani e salutari, favorendo filiere etiche che rispettino i principi agro-ecologici, dalla produzione primaria direttamente al consumatore.
“Farm to Fork” è il cardine del “Green Deal”, necessario per apportare drastici cambiamenti al settore agro-alimentare. Per modificare questa situazione è necessario introdurre un nuovo regolamento per dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030, alla quale, la PAC dell’Unione Europea non è ancora allineata.
“Farm to Fork” resta comunque il traguardo finale da conquistare, perché concentra la summa di tutte le azioni possibili per essere lo snodo che potrà rendere il sistema alimentare dell’UE un esempio mondiale in materia di sostenibilità globale.
La Commissione Europea, in virtù del nuovo regolamento e degli obiettivi stabiliti, ha previsto per l’Italia un taglio del 62% dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma il PAN, il Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, adottato nel 2014 è scaduto, il rinnovo è fermo dal 2019. Oggi 2024, non si è giunti ancora a nessuna decisione. E intanto, mentre si attendono regolamenti adeguati… I pesticidi continuano, senza tregua alcuna, la loro opera di distruzione del suolo e della biodiversità.