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A proposito dell’etichetta alimentare

L’etichetta deve essere una garanzia per chi fa acquisti ed è importante che fornisca quante più informazioni possibili sui beni in vendita

 


Osservate bene, leggete tutto, niente è superfluo!

 

Per legge, l’etichetta deve essere chiara e leggibile in ogni sua parte, corredata di codice a barre stampato, elemento identificativo del prodotto che ne riporta le caratteristiche fondamentali: descrizione, provenienza, indirizzo del produttore.

Altre informazioni imprescindibili riguardano la scadenza, gli ingredienti, la segnalazione della presenza di eventuali allergeni, gli additivi e altre caratteristiche peculiari, in riferimento a metodi specifici di coltivazione, per es. il biologico, l’obbligatorietà per i contenuti di OGM superiori allo 0,1%.

L’etichetta, come guida per una la scelta consapevole agli acquisti, può rappresentare il paravento per mistificazioni operate da alcune aziende che vogliono, come valore aggiunto, attribuirsi meriti ambientalistici che nella realtà non esistono, per darsi un’immagine più “verde”, questa pratica è chiamata greenwashing.

Le parole chiave

Quelle fondamentali per una lettura corretta dell’etichetta sono:

tracciabilità, rintracciabilità, filiera produttiva

I primi due termini, nonostante l’apparenza, non sono sinonimi, ma indicano due percorsi differenti e ugualmente importanti degli alimenti e dei prodotti posti in vendita.

Tracciabilità: significa la capacità di descrivere l’itinerario di una o più materie prime all’interno della filiera produttiva, nei passaggi da un punto commerciale a un altro. Così, la circolazione delle merci deve essere sempre accompagnata dalle informazioni relative alle merci stesse, che sono registrate e conservate.

Rintracciabilità: è la ricostruzione a ritroso del percorso completo compiuto da un prodotto, dal suo stato finale fino alla materia prima.

Filiera produttiva: è la sequenza delle lavorazioni, in successione, che trasformano le materie di base nel prodotto finito.

Il sistema di tracciabilità include ogni componente della filiera alimentare, dall’origine al prodotto finale quando, l’azienda che lo commercializza è obbligata a creare codici relativi a ciascun lotto di produzione posto sul mercato, che evidenzino la data di produzione e gli ingredienti che sono stati utilizzati.

La GDO

Per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata (GDO), ogni assegnazione di lotti viene registrata, in modo che nel caso si dovessero ritirare merci per cause legate alla sicurezza e alla qualità, l’operazione venga svolta in modo rapido ed efficace per non nuocere ai clienti.

Tutte le etichette, per ogni tipologia di prodotto, secondo le direttive dell’Unione Europea e quelle del proprio Paese di riferimento, devono portare specifiche indicazioni stabilite dal ministero di competenza. Nel caso di prodotti biologici, va esibito il logo e l’etichettatura UE come da regolamento comunitario.

I protocolli che riguardano le etichette hanno rigidi parametri che vanno rispettati per non incorrere in illeciti passibili di denuncia all’autorità e puniti a norma di legge.

L’etichetta narrante

Nell’ottobre del 2012, Slow Food ha presentato al Salone del gusto di Torino l’etichetta narrante, in aiuto dei consumatori incerti e disorientati.

“Non mangiare niente che la tua bisnonna non riconoscerebbe come cibo”.

Questa frase di Michael Pollan, autore statunitense del volume In difesa del cibo e di altri libri-inchiesta sull’alimentazione, nella sua sinteticità, compendia perfettamente il significato di quanto l’etichetta narrante propone ai consumatori.

La bisnonna, sicuramente, se interrogata dai commensali alla sua tavola, avrebbe saputo raccontare, di ogni singolo alimento servito, vita morte e miracoli.

L’etichetta narrante è riportata sulla confezione del prodotto, con le stesse modalità dell’etichetta convenzionale di legge che non sostituisce, ma integra, con riferimento al territorio e alla tipicità dei suoi prodotti.

In essa è chiaramente indicata l’origine, la località di produzione, il tipo di terreno e di clima, proprio della zona. Sono fornite anche altre informazioni a seconda delle categorie merceologiche, per i vegetali, per esempio, vengono descritti il metodo di coltivazione e i trattamenti somministrati. I formaggi, invece, sono presentati secondo gli allevamenti dai quali proviene il latte, raccontando le tipologie delle razze, il benessere garantito agli animali, la loro alimentazione e le tecniche di stagionatura.

I requisiti degli alimenti

Tre sono i requisiti fondamentali per narrare la storia di un alimento: buono, pulito, giusto.

Buono: in questo caso il significato di “buono” va inteso in senso lato, oltre a quello di gustoso e saporito; deve essere chiaro il concetto di buona qualità e naturalità ossia non alterato da additivi (chimici, coloranti, conservanti ecc). Un “buono” che deve avere un suo valore specifico uguale in tutto il mondo.

Pulito: nel racconto di tutti i passaggi della filiera agro-alimentare dalla terra, dagli allevamenti alla tavola, è necessario che sia sottolineato il rispetto per gli ecosistemi e per la biodiversità, con un appello al fruitore a non sprecare risorse e, negli acquisti, a optare per una scelta consapevole.

Giusto: attraverso l’etichetta si garantisce che non è stata messa in atto nessuna forma di sfruttamento del suolo, degli uomini e degli animali e che tutti abbiano avuto un’equa retribuzione e un equo trattamento.

In sintesi, le indicazioni di legge sono completate con informazioni circostanziate sui produttori e sulle loro aziende agricole, sui territori di provenienza dei prodotti e su tutte le tecniche utilizzate in ogni settore della produzione, lavorazione e commercializzazione, perché solamente raccontando i prodotti, è possibile focalizzarne il valore reale e l’autenticità.

Ma anche smart: in un futuro molto vicino, si potrà fare un ulteriore passo avanti e, oltre alle etichette narranti, compariranno sul mercato le etichette intelligenti.

Con l’aiuto della tecnologia che si avvale della blockchain, verrà rivoluzionata l’intera industria alimentare, il percorso del cibo dalla produzione alla vendita verrà tracciato in modo pubblico e inalterabile per far sì che, con un semplice codice QR e lo smartphone, i consumatori potranno conoscere tutti i dettagli di origine, dall’azienda ai numeri di lotto, alle indicazioni sulla lavorazione, le date di scadenza, lo stoccaggio, le spedizioni e tanto altro.